Il capitano della nazionale ghanese Asamoah Gyan ha dichiarato che le voci secondo cui avrebbe ucciso il suo amico rapper Castro durante un sacrificio rituale sono “assurde e ignobili”.
Il musicista afrobeat Castro, all’anagrafe Theophilus Tagoe, è scomparso a luglio insieme all’amica Janet Bandu. La coppia si trovava nella città costiera di Ada insieme alla famiglia Gyan per divertirsi con le moto d’acqua. Diversi mezzi d’informazione ghanesi hanno insinuato che la scomparsa è avvenuta in circostanze sospette. Castro e Bandu sono stati visti per l’ultima volta mentre si dirigevano verso il mare aperto a bordo di una moto d’acqua. Secondo la versione ufficiale sarebbero annegati.
I corpi non sono stati ritrovati, e presto nel paese hanno cominciato a circolare voci bizzarre. Il fratello di Gyan, Baffour, avrebbe preso parte a un’aggressione contro un giornalista che aveva rivolto al giocatore una domanda a proposito delle insinuazioni sulla morte di Castro. Le accuse a carico di Baffour sono state ritirate.
“Per attirare i lettori – si legge nel comunicato della famiglia Gyan – i mezzi d’informazione ghanesi danno risalto a voci di corridoio e accuse nei confronti soprattutto di Asamoah Gyan. Si comincia con l’assurdo sospetto che abbia ucciso o rapito Castro e si finisce con la tesi ridicola secondo cui Asamoah avrebbe organizzato un sacrificio umano rituale per prolungare la sua carriera”.
“Se siamo rimasti in silenzio mentre queste accuse si diffondevano sui mezzi d’informazione, non è perché abbiamo qualcosa da nascondere, e nemmeno perché non sentiamo la necessità di sottolineare quanto sia ovvio ciò che è accaduto ad Ada. Siamo rimasti in silenzio perché non vogliamo interferire con le indagini della polizia. L’accusa di aggressione nei confronti di Baffour Gyan e Samuel Anim Addo ci ha spinto a confermare questa decisione”.
“Ora che la denuncia è stata ritirata e la polizia ha comunicato la sua posizione possiamo parlare apertamente, e ritorneremo presto sull’argomento. Nel nostro doloroso silenzio siamo stati duramente colpiti dal fatto che queste vergognose insinuazioni contro di noi hanno ricevuto una piattaforma di diffusione. Le persone che hanno potuto esprimere queste illazioni, però, non hanno presentato alcuna prova. La verità è che nemmeno la più fervida immaginazione potrebbe credere alla tesi del sacrificio umano”.