Barzagli, Allegri, Lippi e l’Olandesina

Barzagli, Allegri, Lippi e l’Olandesina
3 Giugno 2015 Michele Manzolini

È l’8 maggio del 1981, e a Fiesole, piccolo comune collinare fiorentino che dà il nome alla curva dei tifosi della Viola, nasce Andrea Barzagli. Due giorni dopo la Fiorentina è impegnata in trasferta nell’insolito derby contro la neopromossa Pistoiese. L’hanno ribattezzata l’Olandesina per via della maglia arancione, anche se non ha né Crujiff né Rep a insegnare calcio totale. Il numero dieci è Mario Frustalupi, il centravanti è quel Vito Chimenti diventato celebre a Palermo per la sua bicicletta. In difesa, col numero sei, gioca Marcello Lippi. I suoi capelli non si sono ancora imbiancati, ma ormai ha dato il meglio di sé alla Sampdoria e la sua carriera di calciatore sta finendo. È considerato bello, anche se nessuno lo paragona a Paul Newman.

Alla prima stagione in A della sua storia, per tutto il girone d’andata la Pistoiese non smette di stupire. Alla tredicesima giornata arriva al Comunale di Firenze (Artemio Franchi è ancora vivo) e gioca una partita che i tifosi di vecchia data dell’Olandesina ricordano ancora. Poco dopo la mezz’ora la partita si sblocca grazie a un gran gol di Rognoni, attaccante che morirà nel 1986 a 40 anni ucciso dalla Sla. Poi, dopo il pareggio di Antognoni su rigore e quasi alla fine del primo tempo, l’ala destra Badiani incide il suo nome nella storia della Pistoiese trafiggendo Giovanni Galli grazie ad un’intelligente finta di Chimenti. La Pistoiese conquista il derby, la terza vittoria consecutiva e balza al sesto posto in classifica con tredici punti. È l’apice della storia dell’Olandesina, che però dopo quella partita smette di volare e comincia a precipitare. Per tutto il resto del campionato la Pistoiese racimola solamente tre punti grazie ai pareggi con Torino, Brescia e Ascoli. L’ultima prova d’orgoglio, prima dell’inevitabile ritorno in serie B, è proprio nel derby di ritorno. Lippi e compagni resistono ottanta minuti prima della beffa: autorete di Rognoni, uno degli eroi dell’andata. È il 10 maggio 1981, il giorno di Roma-Juventus e del gol non convalidato a Turone. Andrea Barzagli è un neonato di due giorni.

Andrea è uno dei tanti bambini italiani che crescono col sogno di giocare in nazionale. Tifa Fiorentina e inizia a giocare nella San Michele Cattolica Virtus, una piccola società di Firenze che alleva i suoi giovani a pallone e catechesi e dove, qualche anno prima di Barzagli, è passato anche Paolo Rossi. Andrea è un centrocampista arretrato e sa che non vincerà mai un titolo di capocannoniere ai mondiali, ma nulla gli vieta di sognare il titolo iridato. A 17 anni si trasferisce alla Rondinella, la squadra di Borgo San Frediano, e al debutto tra i dilettanti guadagna subito una promozione in C2. Un anno tra i professionisti e poi arriva il doppio salto di categoria, in serie B, con la maglia della Pistoiese. A Pistoia Barzagli gioca soltanto cinque partite, ma è un passaggio cruciale per la sua carriera. In panchina trova Bepi Pillon, che da centrocampista lo trasforma in difensore centrale. Insieme a lui in campo, a dispensare gli ultimi sprazzi di classe di una carriera forse un po’ sprecata, c’è Massimiliano Allegri. Allegri, come Lippi quindici anni prima con la stessa maglia, è alla sua ultima esperienza nel calcio che conta, e come Lippi, probabilmente, sa già cosa farà in futuro. Il giovane Barzagli ha 19 anni e il sogno di giocare in nazionale si fa sempre più concreto, visto che gli osservatori dell’Under 20 lo tengono d’occhio da tempo.

Massimiliano Allegri esordisce in panchina nel 2003-2004, alla guida dell’Aglianese, squadra con la quale l’anno precedente ha disputato la sua ultima stagione in C2, segnando otto gol in ventotto partite. Il debutto da tecnico è senza infamia e senza lode: dieci vittorie, tredici pareggi e quindici sconfitte, tredicesimo posto finale e una salvezza tranquilla. Nella stessa stagione l’esordio di Barzagli in serie A è invece brillante. Ventinove presenze, tre reti e diverse convocazioni nell’ Under 21 di Claudio Gentile, che sul difensore numero 43 del Chievo costruisce la difesa della squadra campione d’Europa. In finale gli azzurrini battono 3-0 la Serbia e Montenegro grazie ai gol di De Rossi, Bovo e Gilardino, regalando all’Italia quello che è, ad oggi, l’ultimo successo dell’Under 21. I protagonisti di quella squadra entrano presto nel giro della Nazionale maggiore allenata da Lippi. Per Barzagli la convocazione arriva in occasione dell’amichevole contro la Finlandia, nel novembre 2004. La gara, che si gioca per inaugurare il San Filippo di Messina, finisce 1-0 con gol di Miccoli su punizione. Schierato titolare, Barzagli gioca tutta la partita accanto a Materazzi. Per il Romario del Salento sarà l’ultima presenza in Nazionale, per Barzagli è solo l’inizio.

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Massimiliano Allegri nel frattempo è passato alla Spal in C1, chiudendo al nono posto la stagione 2004-2005. In estate piomba su di lui il Grosseto del presidente Piero Camilli, un mangia-allenatori intenzionato a far grande il club maremmano che non ha mai varcato la soglia della C1. Raggiungere la B è dura, visto che quell’anno c’è il Napoli, una squadra data per  promossa ancora prima dell’inizio del campionato (e che rispetterà il pronostico). Allegri alla prima giornata vince sul campo della Pistoiese, poi iniziano le difficoltà. Ad ottobre, dopo una sconfitta in casa contro il Pisa, Piero Camilli lo esonera. A tre giornate dalla fine del campionato, dopo aver esonerato Corrado Benedetti e successivamente Gianluca Gallorini (allenatore-commercialista) Camilli decide di richiamare Allegri. Con un doppio 2-2 contro Napoli e Manfredonia e il 3-1 inflitto all’Acireale, il Grosseto raggiunge il quarto posto ed accede ai play-off. Dopo aver superato in semifinale la Torres, in finale viene però sconfitto dal Frosinone. L’11 giugno 2006 i ciociari conquistano un’inedita B e Allegri perde la sua prima finale da allenatore.

La sera successiva, ad Hannover, Pirlo inaugura con un gol il mondiale tedesco. Quella sera in panchina ci sono Lippi e Barzagli, e ci saranno anche nella finale trionfale di Berlino. Sabato 6 giugno, quasi nove anni dopo, Barzagli è tornato a giocare una finale a Berlino, questa volta sotto la guida di Allegri. Barzagli e Allegri, nel ricordo di Lippi, un pezzetto di Olandesina.