Francesco “Franco” Scoglio è sepolto nel cimitero di Canneto, frazione di Lipari. Il comune, oltre all’isola omonima, comprende le isole di Vulcano, Panarea, Stromboli, Alicudi e Filicudi. Lipari è meno esclusiva rispetto a Stromboli o Panarea, e nei mesi estivi attira una folla eterogenea di turisti. Fino a qualche anno fa il ristorante Filippino era un punto di riferimento per i visitatori, ma oggi è preferibile mangiare da E’ Pulera, nonostante le immancabili e incomprensibili decorazioni di frutta nei piatti. In tutti i bar dell’isola le granite, mediocri rispetto ad altri centri del messinese, hanno prezzi esorbitanti.
Oltre alle strade panoramiche, l’isola di Lipari si segnala per la cava di pomice in disuso e i resti arrugginiti dello stabilimento per l’estrazione e il trasporto della pietra a mare. In corrispondenza della cava i fondali di pomice danno all’acqua un colore azzurro intenso, anche se vagamente artificiale.
Il custode del piccolo cimitero di Canneto, Salvatore, è il cugino di Franco Scoglio. Persona schiva e poco incline alla conversazione, Salvatore non sembra conservare un ricordo particolarmente affettuoso del congiunto. Nel giorno in cui visitiamo il cimitero rifiuta di farsi fotografare (“non ho l’abbigliamento adatto”) e confessa che il cugino era “un solitario, parlava soltanto con i suoi amici e sempre di calcio. A noi non dava confidenza”.
La tomba di Franco Scoglio si trova nella parte più recente del cimitero, ancora in fase di ampliamento. Per accedervi bisogna attraversare il cimitero vecchio, a pianta rettangolare, diviso in quattro quadranti da due viali alberati che si incrociano al centro. Nel primo quadrante a sinistra si trova la tomba di Anna La Greca, scomparsa il 6 settembre del 1982. Dalla lapide qualcuno ha portato via il “9” dell’anno.
Il 19 settembre 1982, tredici giorni dopo la morte di Anna La Greca, la Reggina di Franco Scoglio perdeva in casa all’esordio in campionato, 0-1 contro la Salernitana. Per l’allenatore siciliano era la prima partita su una panchina di serie C1. Nella stagione precedente aveva guidato la Gioiese (terza parentesi dopo quelle del 1973-74 e del 1975-76) portandola alla vittoria del girone I del campionato interregionale e alla promozione in serie C2. Il campionato 1982-83 di Scoglio si sarebbe concluso in anticipo, con l’esonero al termine di un girone d’andata chiuso con il bilancio comunque dignitoso di 8 vittorie, 5 sconfitte e 4 pareggi. La sostituzione di Scoglio con il reggino doc Rosario Sbano (una vita in amaranto tra campo e panchina) non avrebbe giovato alla squadra. La Reggina sarebbe retrocessa a causa della classifica avulsa. A fine campionato sarebbe arrivato anche l’addio del presidente Ugo Ascioti.
Nel primo quadrante a destra del cimitero di Canneto è sepolta Rosaria Cono (“vedova Natoli, donna pia e di fede cristiana”), morta il 4 novembre 1986.
Il 9 novembre 1986 il Messina di Scoglio batteva in casa il Genoa per 2-1 (reti di Venditelli, Napoli e Marulla) nella nona giornata d’andata del campionato di serie B. Arbitro della partita era il quarantaduenne Carlo Longhi, che avrebbe poi coronato la sua stagione dirigendo la finale di ritorno di Coppa Italia tra Atalanta e Napoli (0-1 con rete di Giordano dopo il 3-0 dell’andata). Nella partita contro il Genoa la seconda punta titolare del Messina era Salvatore “Totò” Schillaci, uscito all’86simo per fare posto a Petitti. Il giovane attaccante avrebbe concluso il campionato 1986-87 con 33 presenze e 3 reti. Due anni dopo Schillaci avrebbe vinto la classifica dei marcatori nel Messina allenato da Zdeněk Zeman, con 23 reti; Scoglio avrebbe vinto il campionato di serie B alla prima esperienza sulla panchina del Genoa, mentre Longhi avrebbe fatto l’assistente dell’arbitro Casarin agli europei nella sfida tra Olanda e Inghilterra (3-1, tripletta di Van Basten e rete di Robson). Longhi e Schillaci si sarebbero incrociati, senza potersi incontrare, anche ai Mondiali italiani del 1990. Longhi in veste di guardalinee, Schillaci in veste di eroe nazionale.
Una caratteristica peculiare del cimitero di Canneto è la giungla di cavi elettrici che scendono come liane sulle singole tombe per illuminarle quando cala il buio. Nel secondo quadrante a sinistra, dopo l’incrocio tra i viali alberati, sono sepolti i nonni di Franco Scoglio, Francesco e Caterina (nata Manuri). Poco lontano, nel secondo quadrante a destra, riposa Giuseppe Ziino, morto il 20 gennaio del 2000 (“con affetto fratelli, sorella e nipoti”). Sulla lapide, a sinistra della foto, è incisa una croce inclinata. A destra, una rosa spinata.
Il 23 gennaio del 2000 la Tunisia di Franco Scoglio disputava la prima partita del gruppo D nella ventiduesima edizione della Coppa d’Africa. L’avversario dei tunisini era la Nigeria, paese ospitante insieme al Ghana. L’incontro si giocava davanti agli 80.000 spettatori del Lagos National Stadium, e si sarebbe concluso con la vittoria dei nigeriani per 4-2. Per la Nigeria segnarono due reti a testa Okocha e Ikpeba, per la Tunisia reti di Azaiez e Sellimi. La squadra di Scoglio sarebbe arrivata comunque seconda nel girone per poi battere l’Egitto ai quarti (Badra, su rigore) e perdere in semifinale contro il Camerun per 3-0 (doppietta di M’Boma e rete di Eto’o). Il 12 febbraio la Tunisia avrebbe perso, ai rigori, anche la finale per il terzo posto, contro il Sudafrica. La partita si sarebbe giocata nello Sports Stadium di Accra, lo stesso che aveva accolto 45.000 spettatori nella gara inaugurale del torneo tra Ghana e Camerun. Alla finale per il terzo posto avrebbero assistito soltanto 1.000 persone.
Dopo il torneo la nazionale tunisina avrebbe proseguito la sua marcia verso la qualificazione ai mondiali, chiudendo il 2000 con un bilancio di 5 vittorie e 2 pareggi. L’anno successivo, dopo l’inattesa sconfitta con il Marocco nelle qualificazioni per la Coppa d’Africa 2002 (7 gennaio, 1-0, rete di Abdeljalil “Camacho” Hadda) il rapporto tra Scoglio e la federazione si sarebbe incrinato. Nonostante due vittorie nelle qualificazioni mondiali (1-0 contro il Congo e 6-0 contro la Repubblica democratica del Congo) a febbraio Scoglio sarebbe stato sollevato dall’incarico. Pochi giorni dopo avrebbe accettato di tornare per la terza volta sulla panchina del Genoa, impegnato in un difficile campionato di serie B. In verità Scoglio avrebbe trovato l’accordo con il presidente Della Costa ancora prima di risolvere il contratto che lo legava alla Tunisia, e il 18 febbraio avrebbe allenato la squadra via telefono, da Aix en Provence, strappando un importantissimo pareggio a Ravenna (1-1, rete di Manetti).
La parte nuova del cimitero di Canneto è meno regolare rispetto a quella vecchia. Nel giorno della nostra visita gli operai lavorano sotto il sole inclemente. Ogni tanto si fermano a bere una birra ghiacciata. La Birra Messina è senza dubbio la migliore tra quelle disponibili a poco prezzo sull’isola. La tomba di Franco Scoglio si trova nella cappella di famiglia, la seconda a sinistra nell’unica fila di cappelle del cimitero nuovo. La porta in ferro battuto è appositamente lasciata aperta. Nei loculi ancora vuoti sono disposte coppe e targhe in ricordo dell’allenatore. Davanti alla lapide sono posizionate sciarpe e maglie del Genoa. C’è anche una bandiera palestinese.
Franco Scoglio è morto il 3 ottobre del 2005. Il giorno della sua scomparsa la Reggina militava nel campionato di Serie A, che avrebbe poi concluso al decimo posto. La Gioese era fallita per debiti da qualche mese, e il suo posto era stato preso dalla Libero Calcio Nuova Gioiese. Il Messina militava nel campionato di serie A, che avrebbe concluso al diciottesimo posto, salvandosi dalla retrocessione grazie alla penalizzazione inflitta alla Juventus. Il Genoa militava nel campionato di serie C1, che avrebbe terminato al secondo posto per poi conquistare la promozione nel torneo finale. La Tunisia, reduce dalla prima partecipazione alla Confederation Cup (eliminata nella fase a gironi da Brasile e Argentina) era impegnata nelle qualificazioni per la Coppa del mondo e per la Coppa d’Africa, che avrebbe ottenute entrambe. Carlo Longhi portava avanti un’onesta carriera di moviolista televisivo. L’eroe nazionale Salvatore “Totò” Schillaci, dopo il terzo posto ottenuto l’anno prima nel programma “L’isola dei famosi”, si preparava a giocare allo stadio Comunale Delle Vigne di Portotorres una partita benefica, tra due formazioni miste composte da ex calciatori, personaggi del mondo dello spettacolo, imprenditori e amministratori locali. La partita sarebbe finita 1-1. Alla rete di Gianfranco Zola avrebbe risposto proprio Schillaci, su rigore.