Gli opinabili gusti musicali di Cristiano Ronaldo

Gli opinabili gusti musicali di Cristiano Ronaldo
26 Gennaio 2015 Michele Manzolini
Cristiano Ronaldo è il giocatore di calcio più forte del mondo. È portoghese ed è nato e cresciuto sull’umida isola di Madera, nell’oceano atlantico. Il nome Ronaldo è un omaggio del padre al mai dimenticato ex presidente statunitense Ronald Reagan, molto amato in famiglia. Cristiano, come viene chiamato dai suo compagni, ha giocato nello Sporting Lisbona e nel Manchester United prima di approdare al Real Madrid, con cui l’anno scorso ha vinto la Coppa dei Campioni, un trofeo a cui partecipano le più importanti squadre di tutta Europa. A Madrid gli hanno eretto una statua in bronzo alta più di dieci metri.
 
Cristiano ha segnato 465 gol in carriera e ha vinto il prestigioso premio per il miglior giocatore del mondo per tre volte, l’ultima delle quali quest’anno. Secondo analisi di laboratorio, quando Cristiano salta in elevazione supera di cinque volte in potenza lo slancio del ghepardo. È il personaggio più citato sui motori di ricerca di internet, alla pari con Beyoncé. È un grande amante della moda ed è molto attento alla propria immagine. Non è un caso che sia uno degli uomini più sexy del pianeta. Sapevate che il suo corpo ha solamente il 10% di grasso? È un risultato sorprendente, se pensate che le modelle da passerella ne hanno il 13,8%. Cristiano non fuma, non beve (in omaggio al padre, morto alcolizzato) e non ha tatuaggi: un modello perfetto per ogni giovane che vuole giocare a calcio, un mondo dove purtroppo abbondano i cattivi maestri. 
 
Ma un grande campione si riconosce anche dai gusti e dalle passioni che coltiva. E le cinque canzoni preferite di Cristiano Ronaldo sono il perfetto specchio dell’anima del giocatore più forte del mondo.

 

I believe I can fly
di R.Kelly (1997)

Scritta per il film Space Jam dal rapper melodico R. Kelly, è una canzone che gronda sensualità, una componente che ritroviamo in ogni strofa, nelle melodie avvolgenti, nella voce carnale dell’autore e in quella sussurrata di chi lo accompagna. Tutto questo senza scadere nella volgarità: un testo banale che viene trattato con delicatezza da Kelly, che lo trasforma in un dolce inno d’amore verso se stessi. Una scelta perfetta per Cristiano, squallida al punto giusto e incentrata sulla semplice metafora del volare e del mantra del credere in se stessi, tanto caro ai calciatori.

Io so che posso alzarmi in volo,
mi vedo correre attraverso quella porta aperta
Io credo di poter volare.

 

Livin’ la vida loca
Ricky Martin (1999)
 
La scatenata vida loca di Ricky Martin è stata definita “la più infernale party song del millennio”. La  musica e il talento latino esplodono finalmente nel panorama della musica mondiale, consacrando per sempre il bello e amato (da uomini e donne) cantante portoricano. Cristiano è l’alter ego calcistico di Ricky Martin: amato dalle donne, si circonda di lusso sfrenato e modelle sempre più belle. Lui non è come il triste Messi che resta a casa la sera, o come Ibrahimovic che il fine settimana va a pescare. Cristiano lo urla al mondo: “Io esco con donne che voi non avrete mai, io ho una statua di bronzo alta più di dieci metri con il cazzo in erezione, io vivo la vita pazza”.
 
Le sue labbra sono rosse diavolo 
e la sua pelle ha il colore della moka, 
lei ti spoglierà 
vivendo la vita pazza, 
lei sta vivendo la vita pazza.
 
 

Champagne Supernova
Oasis (1996)

La canzone generazionale per eccellenza del gruppo dei due fratelli arrabbiati di Manchester. Testo psichedelico, suonata alla nausea in tutti i concerti e in ogni occasione, è stata probabilmente la suoneria del cellulare di Cristiano a Manchester. La scelta è un commovente omaggio alla sua ex squadra e al periodo che lo ha consacrato nel calcio mondiale. Non più “piagnone”, come lo chiamavano gli amici a Madeira, nemmeno “pony da concorso”, soprannome di quando era appena arrivato in Inghilterra. Ora Cristiano è CR7, una luccicante supernova di champagne, un fine intenditore: “Gli Oasis sono il gruppo migliore di sempre, anche meglio dei Beatles”.
 
Un giorno mi troverai 
intrappolato nella frana 
in una supernova di champagne nel cielo.
 
 

Ai se eu te pego 
Michel Telò (2011)
 
ll tormentone brasiliano di Michel Telò si è espanso come un virus letale in tutto il mondo. Una melodia che pesa come una bestemmia nella storia della musica brasiliana, accompagnata da un testo tra l’infantile e lo squallidamente volgare. Insomma, per Cristiano un capolavoro tale da essere cantato e ballato anche in campo, in più occasioni. Una regressione ai giochi dell’infanzia, forse per sfuggire alla noia della routine dei festeggiamenti dopo il gol. Difficile esultare quando si segna in ogni partita.
 
Sabato sera in discoteca si ballava,
poi è passata la ragazza più bella
mi sono fatto coraggio e ho iniziato a parlare.
Bene, Bene!
Così mi uccidi.
Oh, se ti prendo,
Si, si, se ti prendo
Che delizia!

 

No me doy por vencido
Luis Ponsi (2009)
 
La mediocre ballata melodica di Luis Ponsi, l’epigono portoricano di Tiziano Ferro, parla del non arrendersi mai nell’attesa dell’amore. Ronaldo, con questa scelta, da una parte vuole mostrarci il proprio lato romantico, da eterno seduttore che all’occorrenza sa anche soffrire; dall’altra strizza l’occhio alla greve metafora della vittoria come un amore atteso e anelato. Insomma, Cristiano vuole dirci: “Anche se sei un antipatico e brutto isolano portoghese, aspetta un segnale del destino, anche tu un giorno potrai rifarti i denti e il naso, vincere tre palloni d’oro e scoparti le modelle più belle del pianeta. Restando comunque antipatico a tutti”.
 
Giuro che vale la pena aspettare e aspettare e aspettare un sospiro.
Un segnale del destino.
Non mi stanco, non mi arrendo, non mi do per vinto.