Negli ultimi settecentosettantasei anni, ovvero da quando il conte Bernardino di Cunio decise di ricostruire nel Fundus Fuscinianus il suo castello distrutto dalla devastante alluvione del Senio del 1250, gli abitanti di Fusignano hanno prestato la loro obbedienza a una lunga sequela di conti, papi, marchesi, soldati francesi, re di Sardegna, repubblichini, alleati, aspiranti comunisti, riformisti e difensori vari dell’identità locale.
Oggi il comune di Fusignano conta meno di diecimila anime, confina con i comuni di Alfonsine, Bagnacavallo e Lugo ed è ricordato essenzialmente per due fatti storici, per la precisione due lieti eventi, entrambi in circostanze a dir poco difficili.
Il 17 febbraio del 1653, mentre i suoi parenti cercavano di riconquistare una posizione dominante in città dopo la decapitazione e lo squartamento del ribelle Rodolfo Corelli per mano dei potenti Calcagnini (con conseguente distruzione e spargimento di sale sulle macerie del palazzo di famiglia), nasceva a Fusignano Arcangelo Corelli, prodigioso violinista e compositore.
Duecentonovantuno anni dopo, in un centro abitato raso al suolo dalle bombe e devastato dalla battaglia dei tre fiumi, toccava alla famiglia Sacchi festeggiare la nascita del piccolo Arrigo, prodigioso allenatore e rivoluzionario del calcio.
Questo frammento, di parole e musica, è il risultato di un ideale abbraccio tra Sacchi e Corelli, un omaggio alla resistenza, al raziocinio e alla follia.